sabato 2 novembre 2013
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Etichette: u. Resa senza condizioni
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Etichette: t. Argenta nella Repubblica Cisalpina
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Etichette: s. Perché un museo della battaglia dell’Argenta Gap?
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Etichette: r. Proposta per un museo della battaglia dell’Argenta Gap (1-19 aprile 1945)
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Etichette: q.Progetto per un film-documentario dal titolo La battaglia dell’Argenta Gap
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Etichette: q.L’unica via
Viene descritto come nacque l’idea di effettuare degli scavi alla Pieve di S. Giorgio. Nel 1981, in seguito a una visita fatta ad Argenta dai dirigenti della Cassa di Risparmio di Ferrara, il suo presidente, il dott. Alfredo Santini, accolse favorevolmente il progetto degli scavi. Con il contributo iniziale di questo istituto, R. Moretti riuscì a promuovere la raccolta dei fondi, (10.300.000 lire), che consentirono la prima campagna di scavi. Vengono riportati i numerosi incontri fatti dal comitato che si era costituito, le lettere scritte, gli articoli dei giornali, i risultati raggiunti dagli scavi, diretti dal dott. Sauro Gelichi della Soprintendenza Archeologica di Bologna.
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Etichette: p.Documentazione sugli scavi alla Pieve di S. Giorgio
Questa guida descrive in rapida sintesi quella che fu chiamata la battaglia dell’Argenta Gap (1-19 aprile 1945), l’evento più complesso dell’offensiva di primavera dell’8ª armata, ma anche il più tragico e devastante nella storia millenaria di questa città. Il libro può servire a coloro che desiderano visitare i luoghi più significativi in cui si è svolta quella battaglia. Sono riprodotte fotografie dell’epoca, cartine e mappe a colori, con dati statistici e tabelle. Completano la guida una sintesi in inglese, informazioni turistiche su Argenta e una breve descrizione delle principali attrattive, i ristoranti, le strutture ricettive.
A conclusione del libro, l’autore esprime l’auspicio che, a questo importante episodio dell’ultima guerra in Italia, venga dedicato un museo che lo illustri con un’adeguata documentazione, contribuendo alla valorizzazione della sua memoria storica. Questo museo dovrebbe degnamente ricordare alle giovani generazioni, senza più odio nella pace e nella libertà ritrovata, tutte le vittime di quell’atroce battaglia e i momenti più significativi che l’hanno caratterizzata.
La presentazione di questa guida è stata fatta nel maggio 2008, a cura del circolo Amici di Argenta, al Centro Culturale “Mercato”. Sono intervenuti: Giorgio Bellini, Sindaco di Argenta, Stefano Checcoli, direttore della Banca Popolare di Ravenna, Filiale di Argenta e Alberto Vistoli, presidente della Pro Loco, sponsor della pubblicazione. Moderatore: Giancarlo Bersani, vicepresidente del circolo.
An accurate well-documented account of the battle of the Argenta Gap (1-19 April 1945), mentioned in all histories of the Italian campaign, which marked the spring offensive of the 8th British Army. Prepared during the winter months, its objective was to enable the Allied forces to reach the Po by the shortest route (main road n.16) and there to defeat the German troops, these being forced to fight with the river behind them and the bridges destroyed. In 2005 this author published a book entitled Argenta Gap (published by Mursia of Milan) in which he described in detail the background and the events of this battle.
The book presented here, The Battle of the Argenta Gap, is a guide in summarized form directed at those who wish to revisit the locations in which the last great battle of the Italian campaign was fought. At the end of his book, the author expresses his hope that in Argenta a museum may be devoted to this important episode of the war in Italy, illustrating the event with appropriate records and contributing to consolidating its place in history. Such a museum should be a worthy reminder to the younger generations, living free from hatred in peace and new-found freedom, of all the victims of this atrocious battle and its most important features.
Panorama Difesa, ottobre 2008. Segnaliamo volentieri questa dettagliata guida storico-turistica ai luoghi dove si svolse l’ultimo grande scontro della campagna d’Italia, la battaglia dell’Argenta Gap (1-19 aprile 1945) che vide confrontarsi alcune divisioni dell’8a armata britannica e la 29a divisione Panzer Grenadier tedesca. Furono combattimenti aspri, condizionati dalla particolare natura del terreno e caratterizzati dal coinvolgimento della popolazione civile, colpita da bombardamenti indiscriminati che ancora fanno discutere. Rino Moretti, autore della guida, ha già dedicato alla vicenda un’ottima ricostruzione storica pubblicata da Mursia nel 2005, alla quale rimandiamo per eventuali approfondimenti.
RID Rivista Italiana Difesa, novembre 2008. Questa guida contiene la descrizione della battaglia dell’Argenta Gap (1-19 aprile 1945) che caratterizzò l’offensiva di primavera dell’8a Armata. Tale offensiva aveva l’obiettivo di arrivare rapidamente al Po e sconfiggervi le armate tedesche, costrette a combattere con il fiume alle spalle e i ponti distrutti. Il volume, che affronta anche alcune questioni strategiche relative alla battaglia, è di sicuro interesse per chi volesse ripercorrere i luoghi in cui gli Alleati si scontrarono con la 29a divisione Panzer Granadier nell’ultima grande battaglia della campagna d’Italia.
Storia Militare, aprile 2009. Opera dello stesso autore di Argenta Gap, l’ultima battaglia della campagna d’Italia, aprile 1945, edito da Mursia nel 2005 e già recensito su “Storia Militare”, questo libro è una sintesi di quello studio e nello stesso tempo vuole costituire una guida per chi intendesse visitare i luoghi che furono teatro di quegli avvenimenti. Si tratta di un’agile pubblicazione, particolarmente curata e provvista di un corredo iconografico puntuale e di ottima qualità, costituito da interessanti foto d’epoca in bianco e nero e da chiare cartine e mappe a colori.
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Etichette: o.La battaglia dell’Argenta Gap. Guida storico-turistica
L’autore venne richiamato alle armi subito dopo l’entrata in guerra dell’Italia (giugno ’40) e assegnato alla 38ª compagnia T.R.T. della divisione Puglie. Come capo stazione di una radio da campo combatté sul fronte greco-albanese, poi fu trasferito in varie località del Kosovo. Dopo l’8 settembre ’43 venne preso dai tedeschi e avviato verso un campo di concentramento della Polonia, patendo la fame e le vessazioni dei lager. Trasferito a Hela, sul mar Baltico, dietro l’incalzare dell’Armata Rossa si imbarcò per Swinemünde (oggi Swinoujscie). Aggregato all’Organizzazione Todt, il 2 maggio dovette fuggire di nuovo con altri 16 ex prigionieri, su un cargo che, attaccato da aerei e sottomarini russi, riuscì fortunosamente ad approdare nell’isola danese di Lolland. A Copenaghen fu assistito con generosa ospitalità dalle autorità locali (fra cui l’eminente personalità di S.A. Reale la principessa Aage Rosenborg), dalla popolazione danese e da italiani residenti in Danimarca, fra i quali ricordiamo la famiglia di origini friulane del cav. Pietro Odorico. Solo nel settembre del 1945 poté tornare in Italia e riabbracciare la famiglia, della quale da mesi non aveva notizie.
Questo Diario è stato presentato nel maggio 2007 dal Circolo Amici di Argenta, col patrocinio del Comune, nella sala della Biblioteca Comunale e alla presenza di un folto pubblico. Sono intervenuti il Sindaco di Argenta, Dr. Arch. Giorgio Bellini, e il Dr. Jesper S. Jensen, Addetto Culturale della R. Ambasciata di Danimarca, che ha voluto sottolineare la sincera fratellanza con quella «terra gentile». Le relazioni sono state tenute da Rino e Walter Moretti, con proiezioni sulla guerra del fronte greco-albanese. Moderatore è stato Giancarlo Bersani, vicepresidente del Circolo.
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Dopo la morte dello storico argentano F.L. Bertoldi (1737-1824), il ferrarese Giuseppe Boschini (1791-1854) scrisse questa sua biografia, rimasta per tanto tempo inedita. Per interessamento di Vanni Geminiani e Rino Moretti quest’opera è stata pubblicata nel 2007, con una presentazione di Giovanni Montanari. Boschini fu «profondo archeologo, valente cultore di storia patria, scrittore di Belle Arti». Amò i suoi maestri, in particolare Bertoldi, l’«illustre argentano del quale ammirava la profonda dottrina, la rara modestia, la semplicità dei modi». Dopo la sua morte Boschini volle celebrarne la vita e gli scritti con questa biografia.
Il canonico Bertoldi è stato definito «storico, letterato e antiquario», nel senso di ricercatore e studioso di oggetti antichi. Ebbe un ingegno chiaro e acuto, con un amore instancabile per gli studi. Ordinato sacerdote nel 1760, insegnò grammatica e materie umanistiche ad Argenta e a Budrio; a Ferrara ricoprì l’incarico di «Antiquario dell’Università e custode del Museo» e fu Segretario dell’Arcivescovo Paolo Patrizio Fava. Nel 1819 i concittadini lo richiamarono in patria conferendogli i titoli di Segretario Comunale emerito e Archivista di Argenta. Fu iscritto a numerose accademie letterarie italiane e, nel 1760, contribuì a far risorgere nella sua città l’antica Accademia dei Fluttuanti, di cui fu Segretario col nome di Intraprendente.
Con le sue Memorie storiche d’Argenta, in 3 volumi (5 tomi), Bertoldi si affianca degnamente agli autori di storie municipali a carattere erudito, scritte in Italia verso la fine del Settecento. Dopo i primi volumi, per i quali ebbe un modesto contributo dal Consiglio del comune di Argenta, poté finire la sua ricerca in virtù di un contributo di 10 scudi mensili versatigli dal concittadino benefattore Gian Luigi Marianti. Rilevanti sono i suoi scritti sulla topografia storica del territorio compreso tra Ravenna e le foci del Po.
Il ritratto del Bertoldi, riprodotto nel frontespizio del libro, fu eseguito nel 1818 da Antonio Boldini (1799-1872), uno stimato ritrattista e copista, padre del più famoso pittore Giovanni (1842-1931). Il libro riporta anche una ode del Segretario Comunale di Argenta, Giocondo Bacilieri (1843), l’iscrizione della lapide tombale, un indice dei nomi e l’elenco dei manoscritti inediti del Bertoldi.
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Etichette: l.Memorie storiche per la vita e gli scritti del Canonico Francesco Leopoldo Bertoldi
Il 1° aprile 1945 il XV gruppo di armate alleate in Italia, al comando del generale Mark Clark, iniziò l'offensiva contro il gruppo d’armate “C”, comandato dal generale Heinrich von Vietinghoff. La sproporzione delle forze in campo non ammetteva dubbi sull'esito di questo attacco finale: si trattava solo di vedere in che modo la vittoria sarebbe stata conseguita. In altre parole si sarebbe potuto verificare se i piani, elaborati dal comando alleato nei mesi invernali, fossero i più idonei ad annientare le forze nemiche nel più breve tempo possibile, con perdite minime ed evitando inutili distruzioni.
Le difese approntate dai tedeschi erano imperniate sulla parte residua della Linea Gotica (dal mar Ligure, seguendo la dorsale appenninica, fino alla valle del Senio) e sulla Linea Gengis Khan (dall’Adriatico lungo i fiumi Reno, Senio e Idice) dietro la quale era stata creata l’Argenta Gap. Così era chiamara dagli inglesi l’ampia zona tra le valli di Comacchio (a est) e quelle di Marmorta (a ovest), attraversata in lunghezza dalla strada n. 16. Quelle terre erano state sistematicamente allagate o minate dai tedeschi, per cui era rimasto uno stretto passaggio (gap) verso il Nord facile da difendere e inadatto all’impiego dei mezzi corazzati.
La battaglia dell’Argenta Gap (1-19 aprile 1945) è ritenuta uno degli episodi cruciali e conclusivi della campagna d’Italia sul fronte della 8a armata, al comando del gen. Richard McCreery, il cui obiettivo era di far arrivare al più presto le proprie truppe al Po e qui sconfiggere i tedeschi. Dopo un lungo lavoro di ricerca negli archivi, con interviste ai superstiti degli opposti schieramenti e attraverso le testimonianze degli abitanti di Argenta, questo libro si propone di dare un quadro esauriente di quella battaglia. L’autore si chiede perché le forze dell’8a armata abbiano diretto il loro attacco principale proprio contro il settore in cui i tedeschi si sentivano più forti, una decisione che comportò molte perdite fra i combattenti e i civili, con enormi distruzioni in tutta l’area. Alla base di quegli eventi ci furono due fondamentali errori.
Il primo venne commesso dai tedeschi. I comandanti del gruppo di armate “C”, prima Kesselring poi von Vietinghoff, non volevano combattere la battaglia decisiva a sud del Po, rendendosi conto del pericolo che le loro divisioni avrebbero corso, con quel fiume alle spalle e tutti i ponti distrutti. Ma le richieste di attuare una maggior flessibilità nella condotta delle operazioni, e preparare il ritiro a nord del Po, furono sempre respinte dall'alto comando, che esigeva la difesa di ogni palmo di terreno. Quando, alla fine della guerra, Clark chiese al generale Frido von Senger perché si fossero fatti massacrare a sud del Po, questi rispose con una parola: «Hitler!».
Il secondo errore venne compiuto dal generale McCreery, comandante dell'8a armata. Le direttive dei comandanti del XV gruppo di armate (prima Alexander e poi Clark) prevedevano che la pressione principale dell'8a armata dovesse essere attuata non attraverso gli acquitrini e gli insidiosi campi minati dell'Argenta Gap, ma verso Massalombarda e Budrio (cioè a nord di Bologna). Questa direzione non presentava campi minati e, con i suoi terreni più compatti, avrebbe permesso l’impiego dei numerosi mezzi corazzati di cui gli Alleati disponevano. Invece McCreery volle mettere in atto un proprio piano: si proponeva di aggirare Argenta da est, attraversando le valli, con anfibi ( i cingolati LVT o «Fantail»). Come riteneva il comando inglese, essi avrebbero potuto illusoriamente «trasformare le valli di Comacchio da ostacolo a strada maestra», contando anche sulla sorpresa che quelle grandi imbarcazioni avrebbero suscitato.
In questa scelta interferivano pure questioni di rivalità: McCreery temeva che un suo attacco a nord di Bologna potesse facilitare l'avanzata della 5ª armata americana del gen. Lucian Truscott verso il Po, con il quale avrebbe dovuto dividere il merito della vittoria. Ma le fanterie inglesi rimasero bloccate per cinque giorni a Fiorana (Bando), dove gli anfibi non erano riusciti a superare gli argini di un piccolo canale (la Canaletta di Bando). L'operazione «Impact Royal» fallì nei suoi obiettivi, l'operazione «Impact Slam» fu annullata e l'avanzata fu ritardata, con gravi perdite e distruzioni in tutta l'area. D’altra parte, se la lunga colonna degli LVT (un centinaio) fosse riuscita a proseguire, avrebbe offerto il fianco al fuoco del nemico (il II battaglione del 15° reggimento, 29ª divisione Panzer Grenadier) che attendeva il momento più proprizio per reagire, avendo a disposizione 3-5 carri armati con cannoni da 75, oltre a mortai e mitragliatrici. A quel punto il massacro avrebbe assunto dimensioni assai più gravi, a conferma del fatto che il piano era errato. Quel battaglione era comandato dal capitano Horst Frickinger, poi diventato generale, che ci ha testimoniato di aver controllato in silenzio i movimenti degli anfibi e di aver ordinato di aprire il fuoco solo quando i mezzi, dopo una lunga sosta, ricevettero l'ordine di dirigersi verso la riva.
Una decisione insensata fu l'impiego dei bombardieri strategici (i Liberator B-24 del «205 Group RAF») lungo l'asse Bastia-San Biagio-Argenta-Portomaggiore. Ai soli bombardamenti notturni parteciparono 264 Liberator, che sganciarono complessivamente circa 700 t di bombe dirompenti e incendiarie. I bombardamenti, con la collaudata tecnica dell’area bombing e con l’impiego di bombe fino a 2000 libbre e di spezzoni incendiari, non potevano recare vantaggi all'avanzata delle truppe, né provocare alcuna diminuzione della capacità combattiva dei tedeschi. In quelle cittadine infatti non vi erano i presunti «concentramenti di truppe», né «depositi di scorte o di munizioni», come affermavano le istruzioni date ai piloti dei bombardieri. Le postazioni di difesa erano dislocate in campagna, ben mimetizzate lungo gli argini dei corsi d'acqua, nè quei bombardamenti potevano intaccare la pericolosità degli estesi campi minati. Nella notte dall’11 al 12 aprile il comando tedesco aveva fatto accorrere in questa zona dal Veneto i due reggimenti della forte 29a divisione, ultima riserva disponibile.
Gli inglesi dicevano: «safety first»: cioè nelle operazioni essi anteponevano sempre la sicurezza e preferivano l'impiego di materiale (aerei e artiglieria) prima di far avanzare gli uomini. Ma quelle distruzioni non contribuirono a salvare la vita dei soldati: nel cimitero di guerra dell'Argenta Gap sono sepolti 625 caduti del Commonwealth, dei quali oltre 500 deceduti in quella battaglia. Le perdite tedesche ammontarono a circa 400 uomini, che riposano nel cimitero di guerra di Costermano (VR), mentre le vittime civili (morti e feriti) del comune di Argenta furono circa 1000. Nell'Appennino bolognese, gli americani della 5a armata riuscirono ad arrivare al fiume Po il 22 aprile. Precedettero gli inglesi di un giorno, nonostante avessero iniziato l'offensiva cinque giorni dopo, fossero partiti da posizioni più lontane e disponessero di forze nettamente inferiori a quelle degli inglesi. Fu questa una ulteriore dimostrazione che il piano di McCreery era errato. Senza contare che, a protezione di Bologna, erano state create dall'esperto generale Von Senger difese molto valide, con alcune delle migliori divisioni tedesche.
Per concludere, nella primavera del 1945, lo scontro decisivo stava avvenendo in Germania, non in Italia, dove la battaglia finale poteva essere vinta anche senza sparare un colpo, con appena qualche giorno di ritardo. Ma in Italia non si potevano lasciare intatte le armate di von Vietinghoff, le quali avrebbero potuto un giorno ricreare la leggenda dell’invincibilità tedesca. La decisione corretta di annientare nella pianura padana le forze del gruppo d’armate “C”, venne realizzata da McCreery secondo un piano inutilmente complicato ed errato, che comportò ritardi di diversi giorni nella corsa verso il Po, numerose vittime civili e militari, oltre a immotivate distruzioni. Tuttavia a chi vince una battaglia, per di più l’ultima di quella guerra, non si ha il coraggio di chiedere conto degli errori commessi.
One may wonder: why did the commander of Army Group C, General von Vietinghoff, leave his divisions to defend the Senio line, knowing that this decision would have led to certain defeat? One may also ask: why did General McCreery, in the presence of a more plausible alternative, decide to direct the attack through the Argenta Gap, one of the strongest points of the Genghis Khan line of defence?
As Moretti writes, two astounding errors preceded this battle. The first was committed by the Germans: both Kesselring and von Vietinghoff, aware of the danger their troops were running, requested from General Headquarters (OKW) greater flexibility in conducting operations, in order to prepare the retreat to the north of the river Po. Hitler, however, demanded the defence of every inch of land, thus condemning his divisions to a disastrous defeat. The second error was committed by McCreery, commander of the 8th British Army. He took no heed of the opinion of, first, Alexander and then Clark, who thought that the main offensive should have been made not through the marshlands and minefields of the Argenta Gap, but further west, along the Massalombarda-Budrio line. This direction would have allowed for use of their superior armoured vehicles and a more rapid advance.
McCreery wanted to carry out his complicated plan which consisted of by-passing Argenta from the east with fleets of tracked amphibious vehicles (LVT).These proved to be unsuitable for the muddy shallows of the marshlands and were unable even to get over the banks of a small canal at Fiorana (Bando): here a strong garrison of the 29th Panzer Grenadier division destroyed about 15 vehicles and held up for five days the infantry of the 56th division, leading to the failure of the Impact Royal operation. On the other hand, if that column of LVTs (about one hundred) had succeeded in getting through, it would have offered its flank to enemy fire, which had at its disposal, at Fiorana, three-five tanks with 75 mm cannons, so there would have been an even greater massacre, confirming that the plan was unfeasible.
In the author’s opinion, a senseless decision was made in the tactical use of strategic RAF bombers along the axis of Bastia-Argenta-Portomaggiore, where, during night-time bombardments, about 700 tonnes of explosive bombs and firebombs were dropped, leading to destruction amounting to 75-80% and dozens of deaths. In these towns there were no presumed «troop concentrations» nor «supply and ammunition dumps»: the defence positions had been constructed in previous months in the countryside and along the banks of the waterways. Such bombardments could not affect the peril of the minefields or the flooded land, nor could they break the communication line with the front as there were alternative roads. If the battle of the Argenta Gap was a historical event, this was due to the strength of the 29th division: despite arriving late on the battlefield, with its available armoured vehicles and the determination of its men, it was able for some days to halt the advance of the 8th British Army.
On the front of the 5th Army, the Americans, once they had overcome the substantial defences of the Apennines, reached the Po on 22 April, one day ahead of the English, in spite of the fact that they had started the offensive five days later, setting out from positions further away and clearly had fewer forces, this being a further demonstration that the plan of McCreery was a mistake. In the war cemetery of the Argenta Gap, set up by the English in this town on the spot where, on 19 April, the battle ended victoriously, 625 soldiers of the Commonwealth are buried, of which about 500 died in the battle thus named. The Germans suffered about 400 losses, buried in the war cemetery of Costermano (VR), while the civilian victims (died, wounded, missing) of the Argenta Gap amounted to about 1000. This book received favourable reviews in the press and leading journals of military history.
Recensioni
Il nuovo Corriere Padano, giugno-luglio 2005. L’autore del libro, Rino Moretti, con un lungo e meticoloso lavoro di ricerca, dipinge con efficacia e realismo il quadro dell’ultima battaglia della campagna d’Italia.
Rivivere la Storia, luglio-agosto 2005. È un libro da leggere perché l’Argenta Gap è su tutte le cartine militari della seconda guerra mondiale. Strategie, errori e ricordi dei sopravvissuti, per conoscere una pagina fondamentale del conflitto in Italia.
Panorama Difesa, agosto-settembre 2005. Il libro è ben strutturato, ricco di informazioni eppure mai noioso. Si fa particolarmente apprezzare l’uso alternato delle fonti cartacee e di quelle orali – raccolte dallo stesso autore – che danno grande efficacia alla narrazione, oltre a essere il modo migliore di raccontare la storia. Il racconto della battaglia occupa le prime 216 pagine (bellissimo l’ultimo capitolo "Politica e strategia"), mentre le restanti, quasi la metà dell’intero volume, sono riempite da ben 11 appendici, una dozzina di cartine, 8 pagine di foto fuori testo, un glossario molto utile e la nutrita bibliografia. In definitiva, un lavoro eccellente destinato a rimanere e che per questo si fa perdonare il prezzo.
Storia & Battaglia, settembre 2005. Nelle ultime fasi della campagna d’Italia, la stretta di Argenta rivestiva un ruolo importante sulla strada per Venezia e il Nord, dato che il fronte si sviluppava in quell’area fra paludi e campi minati difficili da superare. Quelle drammatiche settimane sono illustrate con precisione e dovizia di particolari, per quanto riguarda i militari impegnati in questi duri scontri, ma anche riguardo al ruolo della popolazione civile, che si trovò in mezzo ai due fuochi.
Aeronautica &Difesa, settembre 2005. La battaglia finale di questa campagna fu lo scontro per il passaggio della strozzatura che gli inglesi chiamarono Argenta Gap. A questo tema si è dedicato Rino Moretti che, interessato da sempre alla storia della sua città, ha voluto scrivere questa approfondita e circostanziata analisi della battaglia nella quale la cittadina emiliana rimase distrutta per oltre il 70% ed ebbe quasi 1.000 morti. Il suo approfondimento è notevole, con una dozzina di cartine e molte tabelle riassuntive della composizione delle forze in campo. La battaglia di Argenta, infatti, negli ultimi giorni dell’aprile 1945 vide contrapposte ingenti forze degli Alleati, dei tedeschi e degli italiani. Il libro di Moretti è assolutamente consigliabile a chi voglia un’informazione completa delle vicende italiane nella Seconda Guerra Mondiale.
Storia Militare, ottobre 2005. L’autore di questo volume si è avvalso non solo di una vasta bibliografia sull’argomento, ma ha svolto anche approfondite ricerche d’archivio, affiancate da interviste a testimoni dei fatti narrati, per arrivare a esporre in modo dettagliato ed esauriente un’operazione militare complessa quale fu quest’ultima "spallata" degli Alleati alle forti difese tedesche sul fronte italiano. Un’opera, nel suo complesso, ben strutturata e di sicuro interesse per gli studiosi e gli appassionati di storia militare.
Rievocare, novembre-dicembre 2005. Il resoconto della battaglia dell’Argenta Gap è fatto in modo esauriente e comprensibile, con un uso alternato da parte dell’autore Rino Moretti, originario di Argenta e quindi legato sentimentalmente ai luoghi dove si svolse la battaglia, di fonti documentarie e di ricordi di testimoni. Si segnala l’ultimo capitolo, "Politica e strategia", come importante analisi della tecnica difensiva attuata da Kesselring nella campagna d’Italia, gli errori commessi dai comandi anglo-americani e il progressivo spostamento del baricentro decisionale dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti. Completano il libro 11 appendici, una dozzina di cartine, 8 pagine di foto, un glossario e la nutrita bibliografia.
La Nuova Ferrara, 31 gennaio 2006. Argenta fu distrutta inutilmente. «Fu un’inutile dimostrazione di forza: il fatto è che il generale Richard McCreery era incapace di formulare un piano che con il minimo di vittime e distruzioni conseguisse una vittoria che, vista l’enorme sproporzione delle forze in campo, era già certa». Queste considerazioni Moretti le ha scritte nel suo libro Argenta Gap, l’ultima battaglia della campagna d’Italia, aprile 1945.
La Libreria Militare, aprile-giugno 2006. Viene descritto l’ultimo scontro campale della campagna d’Italia prima del collasso finale del fronte. Le vicende sono ricostruite sulla base di una copiosa documentazione ufficiale e numerosi vividi ricordi di reduci e abitanti di quei luoghi. Un piccolo inserto fotografico e una dozzina di mappe completano l’iconografia, mentre l’apparato di note e quello bibliografico è imponente.
Tecnologia&Difesa, luglio 2006. E’ sbagliato ridurre la campagna d’Italia a momenti importanti, ma non definitivi, quali la resistenza dei parà tedeschi a Cassino nel ’44 sulla Linea Gustav e lo sfondamento della Linea Gotica da parte degli alleati nel ’45. (…) Né si deve pensare alla Linea Gotica (chiamata dai tedeschi Grüne Linie, linea verde) come a un’unica trincea fortificata che correva sul crinale appenninico, dal Tirreno all’Adriatico. La Grüne Linie, come ebbero modo di sperimentare a loro spese gli Alleati, era composta da più linee difensive, articolate oltre che sui rilievi appenninici anche lungo i fiumi quali il Senio e il Santerno e su sbarramenti difensivi in pianura. Il complesso sistema si basava – in linea con quanto già fatto fin dal ripiegamento dalla Sicilia nel 1943 – sull’attuazione di una strategia difensiva su più linee, che dovevano servire a contrapporre alla superiorità in mezzi e uomini degli Alleati, la maggior capacità dei tedeschi di sfruttare le caratteristiche geografiche della penisola.
Come scrive Rino Moretti, ancora una volta la Wehrmacht dette prova di maggior duttilità, soprattutto a livello dei quadri di comando intermedi, ufficiali e sottufficiali, rispetto ai rigidi schemi operativi adottati dalle unità alleate durante l’avanzata in Italia. Infatti il soldato tedesco era addestrato a combattere secondo la Auftragstaktik (tattica dell’incarico), al contrario della Befehlstaktik (tattica dell’ordine) degli Alleati. La battaglia dell’Argenta Gap, così venne chiamata dagli inglesi, fu l’ultima della campagna d’Italia e ne costituisce l’ennesima riprova. Gli esperti uomini della 29ª divisione Panzer Grenadier tennero inchiodati per ben cinque giorni i fanti della 56ª divisione inglese, permettendo alle colonne dei feriti e alle unità tedesche in ripiegamento di attraversare il Po con mezzi di fortuna, a pochi giorni ormai dalla fine della guerra.
RID Rivista Italiana Difesa, settembre 2008. Un libro importante per conoscere una battaglia poco nota sul suolo del nostro Paese, che mise a confronto gli Eserciti ma anche gli Italiani dei due schieramenti. E allora il volume è divenuto anche un tassello nella ricomposizione della nostra memoria storica, che non deve dimenticare né emarginare nessuna delle sue componenti.
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Etichette: k.Argenta Gap. L'ultima battaglia della campagna d'Italia
Questa pubblicazione trae origine dal corso di scacchi tenuto durante l’anno scolastico 1992-93 alle insegnanti delle scuole Elementari di Argenta. È stata scritta per coloro che provano curiosità per questo gioco ma ne sono prevenuti ritenendolo troppo difficile e superiore alle loro capacità. Lo scopo era di offrire un primo approccio ai giovani e ai neofiti, nella speranza che sentissero poi il bisogno di passare allo studio più impegnativo dei manuali e delle riviste specializzate.
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Etichette: j.Giocare a scacchi è facile. Appunti per muovere i primi passi
R.Moretti, Ricettario, caratteristiche merceologiche delle farine per panificazione e dolci, tecnica del loro impiego, Sima, Argenta, 1986, pp. 64.
In questo libretto, scritto per la Sima (Società Industria Molitoria Argentana) e distribuito ai clienti utilizzatori di farine, sono riportate le caratteristiche di legge delle farine, le analisi per darne un giudizio qualitativo, gli ingredienti impiegati nella produzione del pane. Vengono fornite numerose ricette per i vari tipi di pane, dolci e altri prodotti da forno.
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Etichette: i.Ricettario
Si tratta di due pieghevoli (in uno la pianta a colori del capoluogo con i dati essenziali, nell’altro le informazioni di carattere più generale), curati dallo studio pubblicitario Unoteam di Ferrara, che la Pro Loco fece stampare in alcune migliaia di copie. Fu uno sforzo economico considerevole ma molto apprezzato, la prima guida a grande tiratura di Argenta.
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Etichette: h.Argenta pianta del capoluogo
Con questa relazione venne sostenuta l’opportunità di un restauro del convento dei Cappuccini - chiesa di S. Lorenzo, in grave stato di abbandono, per farne un centro polivalente per attività culturali. Tale soluzione era ritenuta più logica e funzionale rispetto alle alternative prese in considerazione in quell'epoca: il fabbricato della Cassa di Risparmio (della quale era prevista una nuova sede in centro), il palazzo di proprietà comunale in via Matteotti (divenuto poi sede della Pretura e della Pro Loco), un ampliamento del Cinema Teatro Moderno. La soluzione qui prospettata venne scelta e resa esecutiva dal sindaco prof. Silvia Barbieri.
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Argenta, note storico turistiche, R. Moretti, in collaborazione con L. Moretti, A. Meloncelli, G. Ruvioli, Pro Loco, 1978, pp. 60.
Questa guida è stata pubblicata dalla Pro Loco, a dieci anni dalla sua costituzione, ed è il frutto della collaborazione di un gruppo di persone coordinate da R. Moretti. Gli autori si sono documentati su diversi aspetti di Argenta: storici, artistici, economici, turistici, per offrire una guida a quanti desideravano conoscere la nostra città e le sue bellezze artistiche e naturali.
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Etichette: f.Argenta note storico turistiche
In occasione dell’inaugurazione della Pinacoteca nella nuova sede di S. Domenico, da poco restaurata, venne preparata questa guida da offrire ai visitatori.
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Etichette: e.Chiesa di S. Domenico e catalogo delle opere della Pinacoteca comunale di Argenta
La Pieve di S.Giorgio (VI sec) può considerarsi la più antica chiesa della provincia di Ferrara. Nel dopoguerra si trovava in completo abbandono, col tetto rotto in più punti. Alla fine del 1949 alcuni amici (Leo Battaglia, Giorgio Fiorentini, Rino Moretti), con l'aiuto dell'Arciprete mons.Giovanni Zalambani, raccolsero una somma che permise un intervento al coperto. Nel 1951, per iniziativa dell’Arcivescovo di Ravenna S.E. Salvatore Baldassarri e dalla Soprintendenza ai Monumenti di Ravenna, si ottenne uno stanziamento del Genio Civile che consentì i primi lavori di restauro. Nel 1973 una raccolta di fondi fra gli Argentani, promossa dalla Pro Loco, permise di alzare la quota del terreno attorno alla chiesa di circa 40 cm, di recintare il piccolo parco dotandolo di piante e panchine, di porre due sbarre di ferro agli accessi. A conclusione di tali lavori fu pubblicata la presente guida, di carattere schiettamente divulgativo: aveva l'intento di diffondere la conoscenza di questa antica chiesa «assecondando l'impegno dell'Amministrazione comunale nel valorizzare il patrimonio artistico di Argenta». La Pro Loco si augurava che potesse «suscitare negli Argentani un maggior interesse e una attenta vigilanza per questo monumento, sopravvissuto alle distruzioni del tempo e degli uomini, preziosa testimonianza artistica e religiosa della loro città».
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Etichette: d.La Pieve di S. Giorgio di Argenta
Gli anni della ricostruzione del dopoguerra erano ormai alle spalle. Queste note vennero scritte l’anno dopo la costituzione della Pro Loco, quando si avvertiva la necessità di offrire ai cittadini di Argenta una pubblicazione che facesse meglio conoscere il patrimonio artistico della loro città. Utilizzando i testi citati in bibliografia, questo era il primo elenco scritto nel dopoguerra delle opere della Pinacoteca e dei più importanti monumenti di Argenta, con alcune note critiche.
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Etichette: c.Note sul patrimonio artistico di Argenta